Ridurre le infezioni ospedaliere con nuove tecnologie e dispositivi di protezione per operatori sanitari è cruciale per la sicurezza del sistema sanitario italiano.
L’importanza di ridurre le infezioni correlate all’assistenza, anche attraverso i nuovi strumenti più innovativi promossi sul mercato da aziende italiane come quelle presenti, è stato il tema al centro della conferenza dal titolo ‘I dispositivi di protezione per l’operatore sanitario nelle aree critiche: nuove tecnologie’, promossa dal vicepresidente della Commissione Affari Sociali, Luciano Ciocchetti, a seguito di un suo ordine del giorno sul tema approvato a Montecitorio lo scorso aprile.
Oltre all’onorevole Ciocchetti, alla conferenza hanno preso parte il presidente dell’Hospital & Clinical Risk Managers (Hcrm) e docente all’università di Palermo, Alberto Firenze, Roberto Lombardi, già dipartimento Igiene del Lavoro Ispesl e dipartimento per le Innovazioni Tecnologiche dell’Inail, Fabio Lencioni e Carlo Tagliabue, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Lcm Trading Spa. Luciano Ciocchetti ha spiegato che «è fondamentale ridurre le infezioni ospedaliere, le cosiddette Ica.
Noi oggi abbiamo un serio problema come sistema Paese, con una presenza più alta rispetto ad altre nazioni europee di infezioni ospedaliere. Abbiamo anche un problema legato alla carenza di nuovi antibiotici che possano contrastare le infezioni antimicrobico-resistenti. Dobbiamo quindi fare un lavoro di prevenzione legato anche all’utilizzo di dispositivi sanitari». Ciocchetti ha poi aggiunto di aver «presentato e fatto approvare come ordine del giorno alla Camera dei deputati, con parere favorevole del governo, un documento che impegna l’esecutivo a stabilire delle linee guida sul materiale e su tutti i dispositivi sanitari di protezione utilizzati dal personale sanitario». «Nel 2019- ha ricordato Alberto Firenze- l’Oms ha lanciato la Giornata per il lavaggio delle mani.
Questo è l’indicativo più importante di quanto oggi le infezioni correlate all’assistenza rivestano una emergenza sanitaria. Come affrontarla? Sicuramente la pandemia ci ha insegnato molto. Allora portiamo a casa quel risultato per determinare azioni di cambiamento che vedano la multidisciplinarietà e il coinvolgimento di un sistema che parta dal governo e poi le regioni, le aziende del servizio sanitario nazionale, a determinare momenti premianti, anche con la condivisione nell’ambito degli obiettivi assegnati ai singoli direttori per far sì che le buone pratiche e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali siano parte integrante di un sistema di cambiamento, che abbia nella sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari l’obiettivo centrale”.
In Italia “abbiamo troppi decessi causati dalle Ica- le parole di Roberto Lombardi- diecimila ogni anno». Prosegue Lombardi: «Bisogna attuare tutte le misure di sicurezza, tra cui quelle innovative che sono venute fuori recentemente, e i dispositivi di protezione individuale, riguardanti specialmente gli operatori delle aree critiche in SANITÀ, come casacca e pantalone. Si tratta di dispositivi che garantiscono una tutela importantissima per eccellenti attività di carattere antibatterico e antivirale, come quelli delle aziende presenti qui oggi. Questi vanno adottati, lo prevede la legislazione. Adesso sta all’attuazione da parte delle regioni e degli organismi preposti raggiungere i risultati auspicati».
Seguici per rimanere aggiornato: https://www.vocesanità.it/